Lug 03

Caos rifiuti a Roma, prof. Francesco Bruno: «Non ci sono alternative al commissariamento. Unica vera politica è economia circolare». Intervista a Il Tempo

“È l’occasione giusta per allineare la Capitale all’obbligo della raccolta differenziata. Si deve puntare sugli eco distretti e sull’economia circolare” 

Il quotidiano Il Tempo intervista il professor Francesco Bruno, docente di Diritto ambientale presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma e partner dello studio legale Pavia e Ansaldo, sul caos rifiuti nella Capitale, dove è in atto una nuova emergenza.

Secondo il professore e giurista, «oltre che dal punto di vista igienico-sanitario, oramai ci sono anche tutti i requisiti giuridici affinché il Governo commissari la gestione dei rifiuti a Roma, imponendo l’immediata ripulitura della città in tempi brevissimi e la riorganizzazione del sistema di raccolta in tempi medi. Perché così, oramai, non si può più andare avanti con questo sistema fallimentare».

Bruno spiega infatti che «il Ministero per l’Ambiente farebbe bene a valutare la nomina di un commissario ad hoc per una scelta di indirizzo nazionale in grado di evitare anche l’eventuale rischio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea. Il Campidoglio potrebbe esercitare un potere enorme, anche in qualità di azionista di controllo di una società in house come Ama, che in quanto società pubblica ha il dovere di perseguire lo scopo di un servizio efficiente senza l’assillo del profitto. Senza dimenticare, peraltro, che il Comune dovrebbe agire anche in qualità di ente appaltante del servizio, esigendo il rispetto del contratto e ponendo fine alle condotte inadeguate che hanno portato a questa ennesima emergenza da cui bisogna uscire immediatamente».

Il professore sulle tempistiche per uscire dall’emergenza è ancora più netto:«Davanti a potenziali rischi per la salute il Governo non potrà non intervenire. Anche per questi motivi la situazione non può più essere lasciata solo nelle mani di Ama, che sta dimostrando mancanze enormi dal punto di vista ambientale fino ai limiti dell’emergenza igienico-sanitaria».

Secondo Francesco Bruno, il pugno duro e l’azione immediata da parte di Governo e Regione sulla gestione dei rifiuti a Roma potrebbero rappresentare «l’occasione di allineare la capitale a quella che non è una facoltà, ma un precipuo obbligo: la raccolta differenziata». «Perché – spiega il legale – se entro 2, massimo 3 anni, Roma non passerà dall’attuale raccolta differenziata, che oscilla tra il 40 e il 45%, ad una percentuale oltre il 70% come accade nelle altre capitali europee, si rischierà sempre, inevitabilmente, un collasso del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, con le pesanti conseguenze di tipo sanitario ed economico paventate ora».

E per una Roma a rifiuti zero di cosa abbiamo bisogno? Il Professor Bruno ha le idee chiare: «Mancano innanzitutto gli impianti sufficienti per poter fare un livello adeguato di raccolta differenziata. Roma attualmente ha ancora una quota troppo elevata di rifiuti indifferenziati, spediti in gran parte fuori Regione o nazione per essere trattata negli impianti che qui scarseggiano. E alcuni impianti Tmb sono anche fermi: resta da capire in quali tempi possono essere rimessi in funzione. Quel modello San Francisco paventato dal sindaco Raggi si è rivelato una mera promessa elettorale dopo 3 anni di gestione fallimentare». «Ciò che realmente serve – conclude Bruno –  è un nuovo paradigma di gestione che introduca gli eco-distretti. Perché l’unica vera politica è l’economia circolare».

Qui per leggere l’intervista completa.

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