Lug 02

Ex Ilva e scudo penale. Il Fatto Quotidiano intervista il prof. Francesco Bruno

Il 27 giugno, dopo l’ok del Senato, il “Decreto Crescita, è diventato legge. Tra le novità introdotte, la norma che prevede l’eliminazione dell”immunità penale e amministrativa del commissario straordinario, dell’affittuario o acquirente dell’Ilva di Taranto, dal 6 settembre 2019.

Infiamma la polemica. Sul Fatto Quotidiano, il giornalista Marco Palombi intervista il professor Francesco Bruno, docente di Diritto Ambientale all’Università Campus Bio-Medico di Roma e partner dello studio legale internazionale Pavia e Ansaldo:

“Arcelor Mittal teme che, senza ‘l’esimente penale’ volgarmente detto ‘scudo’, i pm metteranno manager e azienda sotto inchiesta. Un timore non del tutto ingiustificato, secondo Francesco Bruno, docente di diritto ambientale all’Università Campus Bio-Medico di Roma e avvocato dello studio legale internazionale Pavia e Ansaldo. Il problema è che sullo ‘scudo’ pende giudizio di costituzionalità su ricorso del gip di Taranto (la sentenza è attesa a ottobre): «Se l’esimente viene interpretata come se riguardasse condotte future è chiaro che la Consulta non potrà che dichiararla incostituzionale – spiega il giurista -. Il caso è diverso se, ed è la mia interpretazione, riguarda invece le condotte passate e il loro effetto sulla gestione degli impianti, tanto più se – come sostiene l’azienda – l’esimente è contenuta nell’accordo tra governo e Mittal. Mi spiego: Mittal a Taranto, senza esimente penale, potrebbe essere indagata, ad esempio, per inquinamento o omessa bonifica anche durante l’attuazione del Piano Ambientale. L’accordo di vendita e anche la legge, però, prevedono che l’ambientalizzazione avvenga mentre l’acciaieria è in funzione». L’incombere della Consulta è quel che rende ancor più confusa la situazione: la continuità aziendale ha certo i suoi diritti, ma come la Corte ha già detto nel 2018 il legislatore non può tutelare la produzione violando”i diritti inviolabili legati alla tutela della salute e della vita”. Ecco, in questo dibattito vita e salute non sono citate quanto dovrebbero”.

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