I fondi Esg (Environmental, Social and Governance) hanno raggiunto centralità nel sistema economico mondiale: ad oggi non si può fare a meno della finanza sostenibile.
Questi strumenti sono pensati per indirizzare i capitali verso attività che generino plusvalenze economiche senza gravare negativamente sulla società e sull’ambiente.
La nuova proposta presentata dalla European Commission il 6 luglio scorso tenta di ovviare ad alcune criticità di questo strumento finanziario, introducendo criteri a cui gli emittenti potranno aderire su base volontaria: un importante passo avanti che non riesce però a risolvere definitivamente le problematiche sul tema.
Su Il Sole 24 ORE il contributo di Francesco Bruno, Ordinario di Diritto ambientale e Founding Partner di B – Società tra avvocati.
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